Supermercato, occhio alla truffa degli sconti: ci cascano tutti e si trovano con il portafogli vuoto
Sconti e promozioni: ma chi paga realmente?
Fare la spesa spesso si traduce in una ricerca da parte di chi acquista del prezzo migliore. Ovviamente tutti noi siamo in cerca di sconti e cerchiamo di approfittare delle promozioni che i supermercati mettono a disposizione. Pertanto quando su un prodotto troviamo il cartellino che indica 30% di sconto, non ci chiediamo chi è ci fa lo sconto e chi effettivamente lo sostiene nel pratico.
Per capire meglio, si consideri un pacco di pasta da 1 kg venduto con uno sconto del 30%. Questa riduzione di prezzo è sostenuta dal pastificio, che per l’intero periodo della promozione riconosce al punto vendita una riduzione del 30% sul prezzo concordato nel contratto. Lo stesso meccanismo si applica durante le settimane del sottocosto e quando il prodotto è fotografato e pubblicizzato sui volantini distribuiti nelle cassette postali.
A prima vista, potrebbe sembrare che il consumatore tragga vantaggio dalla situazione, acquistando la pasta con un forte sconto. Tuttavia esistono buone ragioni per credere che il consumatore si illuda di risparmiare, quando in realtà potrebbe essere astutamente ingannato.
Gli schemi truffaldini dei supermercati
Le grandi catene di supermercati offrono delle promozioni, facendo sì che il prezzo concordato nel contratto con i fornitori sia più alto, includendo oltre al costo di produzione anche i lotti venduti con forti sconti per sostenere le continue offerte e promozioni dell’anno. Questo calcolo complesso viene gestito da esperti in economia che stabiliscono un prezzo considerando tutti gli sconti. Per comprendere meglio, si pensi che un pastificio venda la pasta a 1,00 euro e il supermercato la proponga a 1,30 euro. In questo modo, il supermercato si garantisce un margine del 30% che copre i costi di gestione e i profitti, evitando la necessità di programmare sconti, promozioni, e tagli prezzo.
Le grandi catene, invece, utilizzano un sistema diverso. Acquistano la pasta a 1,15 euro al kg e la vendono a 1,35 euro, con un margine del 20% che spesso non copre i costi di gestione. Il prezzo è superiore perché il pastificio deve considerare i forti sconti da applicare durante l’anno. Dopo aver siglato il contratto, il supermercato inizia a chiedere sconti per incrementare le vendite durante le promozioni. Questo schema si ripete a più riprese e alla fine dell’anno, considerando premi e sconti, il supermercato recupera dall’8 al 10% su ogni pacco, sufficiente per coprire i costi e ottenere un profitto.
L’illusione dei consumatori
Questo stratagemma degli sconti permette di proporre continuamente offerte speciali, dando l’illusione ai consumatori di risparmiare. Tuttavia, lo sconto e il sottocosto sono riferiti a un prezzo artificialmente elevato, destinato a essere ridimensionato al ribasso alla fine dell’anno. Il vantaggio è solo del supermercato, che può proporre la pasta con il 30% di sconto e applicare sconti esagerati basati su un prezzo preventivamente gonfiato.
La conclusione amara è che le offerte speciali e le promozioni risultano quasi una presa in giro per il consumatore. Questo discorso è ben documentato in un rapporto dell’Antitrust, che evidenzia i trucchi dei supermercati per proporre finti sconti, facendo credere ai consumatori di acquistare a prezzo ridotto. Purtroppo, il dossier è stato poco ripreso dai media.