Un tempo raccontata da poeti come Puskin e Anna Achmatova, o indagata da scrittori o studiosi come Goncarov e Leone Ginzburg. Oggi, nell’era della comunicazione, investigata dal marketing per tracciare l’identikit dei russi che vengono nel nostro Paese e il loro rapporto con il Made in Italy, al di là di certe descrizioni caricaturali di sventati spendaccioni che hanno impazzato fino al 2008, quando la crisi bloccò improvvisamente i mercati mondiali.
Ma ora che l’economia lancia segni di ripresa, i turisti russi sono tornati a essere i primi nella spesa tax-free in Italia (33%), aumentando gli acquisti nel primo semestre di oltre 40%. Non si tratta certo di un caso visto che il 60,9% delle donne russe ha una percezione “altamente positiva” dello stile italiano, che diventa “abbastanza positiva” per 37,8%: praticamente un plebiscito come sottolinea l’osservatorio Italian Way of Life, per conto di Società Italia, che da sempre si occupa della promozione del fashion italiano nell’ex Urss. A questo risultato è arrivato mettendo sotto la lente un campione di 500 persone raccolto tra chi, nel marzo scorso, si è rivolto al Consolato di San Pietroburgo richiedendo un visto turistico per entrare in Italia.
È nata così la prima “Indagine esplorativa sui gusti Società Italia e le tendenze del consumatore russo” rivolta agli operatori e a chi è interessato a capire quale sia la percezione delle eccellenze del made in Italy. Spiega Roberto Chinello, cofondatore di Società Italia, che la situazione attuale è profondamente mutata: “Fino al 2004 il 75% delle esportazioni riguardava operatori moscoviti, mentre ora Mosca rappresenta il 40% dell’intero indotto, a fronte di un significativo incremento della provincia”. Di particolare interesse è il rapporto verso il fashion system, diventato un punto di riferimento per i valori di stile ed eleganza. “E molto cambiata la donna russa - commenta Tatiana Soutcheva, Ceo di Società Italia - non mostra più bulimia da shopping e il suo legame con la moda italiana cresce attraverso la conoscenza di tutti quegli elementi che rendono un mito l’Italian Way of Life: le città d’arte, il mare, le vie dello shopping di Milano”. Città in cui andrebbe a vivere volentieri il 22,2% staccando del 3% Roma e dell’11% Firenze. Il questionario comprende però anche valutazioni sui prodotti gastronomici, definiti gustosi (43,3%) con la consueta adorazione del cappuccino (48%) e sui vini. Manca il design, che sarà oggetto di una prossima ricerca.
Fonte news: Giusy Ferrè - Corriere.it
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