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Vocacibario

I vini delle terre da tartufo: San Miniato, Orcia e La Morra

di Virgilio Pronzati

MappaArticolo georeferenziato

L'idea di mettere a confronto i vini di due regioni diverse ma unite dalla vocazione tartufigena, è stata davvero geniale. Sotto la regia della Pr Vino (Valdastri, Gabriele e Rachini), L'Associazione Produttori San Miniato, presieduta da Leonardo Beconcini ha promosso l'incontro e confronto con i vini del territorio con quelli di La Morra e della Val d'Orcia. Teatro della pacifica disfida, le suggestive sale situate al piano terra dello storico Palazzo Grifoni di San Miniato, messo a disposizione dalla Fondazione della Cassa di Risparmio locale. L'iniziativa, è stata un'interessante kermesse enoica di due giorni (19 e 20 del mese scorso).


Vigneti di San Miniato


Il giorno iniziale, nel primo pomeriggio, si entrava direttamente nel vivo della manifestazione che si articolava in due parti. La prima parte, riservata al numeroso pubblico, è consistita in un ricco banco d'assaggio con le più prestigiose etichette di Barolo e Barbera d'Alba del comune di La Morra, dei vini Doc Val d'Orcia e di San Miniato, completato da tipiche golosità salate e dolci del territorio. In concomitanza, nell'apposita sala riservata alla stampa, giornalisti specializzati e produttori, hanno partecipato a due degustazioni guidate con professionalità dal giornalista Ernesto Gentili, responsabile della Guida Vini d'Italia de l'Espresso.
Prima di passare agli assaggi, dopo la presentazione dell'iniziativa di Paolo Valdastri, si sono alternati Leonardo Beconcini, presidente Produttori di San Miniato che, eloquentemente, ha illustrato le caratteristiche pedoclimatiche del territorio di produzione e delle varietà di viti che danno origine ai vini di San Miniato, e Donella Vannetti dinamica presidente del Consorzio del Vino Orcia, che ha tracciato le potenzialità di questa giovane Doc, inserita tra i grandi Brunello di Montalcino e il Vino Nobile di Montepulciano.


San Miniato, ancora vigneti


A questo punto ha avuto inizio la prima delle due degustazioni guidate che comprendeva otto vini: quattro Orcia Doc (di cui due del 2004 e due del 2005) ed altrettanti Toscana IGT di aziende di San Miniato (di cui due del 2005, uno del 2004 e l'ultimo del 2003). Dal dibattito che n'è seguito, è emerso un fatto importante: alla domanda di Valdastri ai giornalisti presenti relativamente a quale vino avessero individuato chiaramente come composto da sangiovese, più d'uno, ha risposto in modo errato. Ma non per la limitata capacità nell'esame sensoriale, quanto - fatto raro -per l'estrema caratterizzazione che il territorio ha apportato ai vini, coprendo o limitando le caratteristiche varietali di vitigni come i cabernets e il syrah. Questo è il segno del terroir.


Gli 8 vini della degustazione


Facendo una sintesi complessiva dei vini degustati (l'ordine di servizio non corrispondeva a quello dei vini citati nella lista più in basso), ed esprimendo un mio personale giudizio, i vini Orcia denotavano un'ottima struttura e armonia. Mentre quelli di San Miniato, una struttura minore ma snella e di maggiore freschezza e sapidità. Nella seconda tornata, preceduta dalla presentazione di Gentili e del direttore della Cantina Comunale di La Morra, erano di scena quattro Barolo di La Morra del 2004 ed altrettanti Toscana IGT (di San Miniato), quest'ultimi di maggiore complessità rispetto a quelli della prima tornata. Gli IGT di San Miniato hanno fatto un figurone: oltre al rubino carico, denotavano un intenso bouquet fruttato con note speziate, e dalla sensibile sapidità, pienezza e persistenza al sapore. Mentre i Barolo di La Morra, prodotti da vigneti situati in ottime posizioni, essendo stati imbottigliati da brevissimo tempo (dal 1° di Gennaio 2008), pur di elevata qualità, non potevano certo esprimere al naso e al sapore le loro innate virtù, che hanno reso famoso questo vino nel mondo.


I Giornalisti degustatori


Dopo i puntuali commenti sui vini assaggiati, giornalisti e produttori, sono stati deliziati dai piatti di un raffinato ed esclusivo menu, realizzato dai bravi chef dei ristoranti Pepenero e da Roberto Taverna in Montisi, abbinati ai vari vini delle tre zone. Il giorno dopo, durante la mattinata, i giornalisti secondo le proprie preferenze, hanno visitato le aziende produttrici di San Miniato, partendo dai vigneti ed arrivando ad assaggiare altri vini aziendali, concludendo piacevolmente la giornata a tavola. Col mio gruppo abbiamo visitato l'Azienda Agricola Cosimo Maria Masini, una splendida tenuta con giardini all'italiana, dove ci attendeva l'esperto enologo per la visita ai vigneti e alla cantina. Ordinati vigneti in gran parte giovani, e un più piccolo e vecchio vigneto, convertiti da alcuni anni col sistema biodinamico. Poi un giro in cantina e, l'assaggio nella saletta della tenuta, di tre annate di Nicole (2004-2005-2006), un rosso Toscana IGT da uve cabernet sauvignon e franc, dal bouquet fruttato-speziato, leggermente astringente, pieno e buona sapidità che invita a ribersi.

Commiato e appuntamento con alcuni colleghi, in una sala del ristorante Pepenero di San Miniato, dove ci aspettava un'ulteriore degustazione verticale di sei annate dispari di Reciso Toscana IGT (nome dato dal produttore al sangiovese per le continue potature), partendo dal 1995 e proseguendo con 1997, 1999, 2001, 2003, concludendo col 2005 e, della stessa annata, con Vigna alle Nicchie da uve tempranillo, da vitigni quasi centenari. In tutti i vini spiccavano le note sapide e minerali. Mentre al naso, secondo l'annata, si percepivano più o meno intensamente, sentori fruttati e speziati, l'equilibrata astringenza, e notevole armonia, in particolare i vini delle annate 1999, 2001 e 2005, quest'ultima ancora molto giovane. Decisamente un'esperienza interessante. Come del resto è stato l'assaggio del vino ottenuto da tempranillo. Terminata la degustazione, un succulento pranzo con specialità di San Miniato, abbinate ai vini degustati.


I vini della prima degustazione guidata

Orcia Rosso Doc 2004 Assoluto (90% Sangiovese e 10% Colorino)
dell'Azienda Agricola La Canonica

Orcia Rosso Doc 2004 Terre dell'Asso (90% sangiovese e 10% cabernet sauvignon)
dell'Azienda Agricola Podernuovo

Orcia Rosso Doc 2005 Invidia (60% sangiovese, 30% cabernet sauvignon e 10% merlot)
dell'Azienda Agricola Trequanda

Orcia Rosso Doc 2005 Capitoni (80% sangiovese e 20% merlot)
dell'Azienda Agricola Capitoni Marco

Toscana IGT 2005 Argento Vivo
dell'Azienda Agricola Agrisole di San Miniato

Toscana IGT 2004 Imperatore (80% sangiovese, 10% syrah e 10% merlot)
dell'Azienda Agricola Campigiana di San Miniato

Toscana IGT 2005 Cupelli (40% sangiovese, 30% ciliegiolo, 20% colorino e 10% altri)
dell'Azienda Agricola Ivana Cupelli di San Miniato

Toscana IGT 2003 Poggio ai Ciliegi (sangiovese, merlot e cabernet sauvignon)
dell'Azienda Agricola Collebrunacchi di San Miniato


I vini della seconda degustazione guidata

Barolo Docg 2004 Zona Annunziata
Barolo Docg 2004 Zona Santa Maria
Barolo Docg 2004 Zona Rivalta
Barolo Docg Zona Fontanazza-Cerequio

Toscana IGT 2004 Reciso (100% sangiovese)
dell'Azienda Agricola Pietro Beconcini di San Miniato

Toscana IGT 2004 Nicolò (cabernet sauvignon e franc)
dell'Azienda Agricola Cosimo Maria Masini di San Miniato

Toscana IGT 2005 Quinto (100% merlot)
dell'Azienda Agricola San Quintino di San Miniato

Toscana IGT 2005 L'Assedio (50% sangiovese e 50% merlot)
dell'Azienda Agricola Montalto di San Miniato.


Associazione Produttori di San Miniato

Aziende agricole: Aglioni, Agrisole, Beconcini Pietro, Cosimo Maria Masini, Cupelli Ivana, Fattoria Campigiana, Fattoria Collebrunacchi, Fattoria di San Quintino, Montalto, Podere Sassolo e Tenuta di Cusignano.

La zona di produzione è di oltre 101 ettari, da cui si ottengono circa 400.000 bottiglie complessive, che comprendono varie tipologie: 47 etichette di prodotti che variano dai Chianti Docg (generico) e Chianti Colline Pisane per il 50%, da alcuni IGT "supertuscans" (la maggior parte), altri vini Doc come il Bianco di San Torpè e del relativo Vin Santo, il Colli dell'Etruria Centrale ed il Vin Santo del Chianti.
Il vitigno più coltivato è il sangiovese, con buone percentuali di canaiolo nero, colorino, trebbiano toscano, malvasia del Chianti e nera, san colombano; mentre tra quelli introdotti nel tempo, i cabernet, merlot, tempranillo e syrah.

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Virgilio Pronzati, giornalista specializzato in enogastronomia e già docente della stessa materia in diversi Istituti Professionali di Stato...

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