“L’agricoltura può contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas serra, attraverso la fornitura di biomassa per finalità energetiche in sostituzione di fonti fossili di energia e attraverso l’adozione di pratiche agricole che favoriscano il sequestro del ‘carbonio’. Occorre certificare l’effettiva sostenibilità delle filiere, privilegiando impianti ad alta efficienza energetica e caratterizzati da basse emissioni di trasporto, dal luogo di produzione fino agli impianti di destinazione (se parliamo di biomasse)”. Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan, intervenendo al Forum Internazionale “Green Economy” organizzato da Coldiretti a Venezia.
“C’è, dunque, spazio per fare più agricoltura, ma, all’interno di questo scenario, i luoghi di consumo devono essere il più vicino possibile ai luoghi di produzione dell’energia. Ciò può realizzarsi sia attraverso la costruzione di microgeneratori o di impianti di piccola taglia, sia realizzando contratti di filiera che aggiungono efficienza dimensionale all’indispensabile recupero di una stabilizzazione dei redditi degli imprenditori agricoli. Eliminando in tal modo quelle oscillazioni di prezzo proprie delle commodities che la crisi finanziaria, non ancora passata, ha moltiplicato sui mercati”.
“È necessario che la programmazione nazionale non continui ad ignorare le specificità delle fonti energetiche rinnovabili ed il loro legame con il territorio – ha continuato il Ministro -. La produzione di energia rinnovabile in agricoltura si deve coniugare, infatti, con l’esigenza di produrre cibo di qualità, mantenere la fertilità dei suoli, favorire l’immagazzinamento del carbonio nel terreno, preservare la qualità delle acque e, soprattutto, essere in grado di concorrere al reddito delle imprese agricole. Occorre, insomma, rendere certo e stabile l’orizzonte di investimento delle imprese che legano le proprie scelte produttive allo sviluppo integrato delle fonti rinnovabili. Sarà, dunque, il mio primo impegno quello di rivedere i criteri del sistema incentivante, che dovrebbe essere effettivamente basato su standard di valutazione economica ed ambientale trasparenti. Ora è tempo di pensare alla creazione delle strutture energetiche, scegliendo filiere più adatte e inserite nel contesto geografico migliore per la valorizzazione del territorio. La scelta di un modello incentrato sulla generazione diffusa e sulla filiera corta, rispetto a quello basato sulle filiere lunghe, caratterizzato dalla delocalizzazione della produzione della biomassa, deve essere effettuata in termini di sostenibilità. Un discorso a parte va fatto per i biocarburanti. Questi sono caratterizzati da una filiera di tipo agroindustriale, che, per le limitate disponibilità territoriali, non possono essere prodotti, in base agli obiettivi delle direttive europee, con il ricorrere esclusivamente a biomassa agricola di origine locale. Solo per la biomassa così prodotta può essere tuttavia prevista un’effettiva incentivazione, in aggiunta all’obbligo, per gli enti locali e pubblici, di effettuare acquisti verdi”.
“Credo di poter dire – ha concluso il Ministro - che la millenaria arte dell’agricoltura, i suoi straordinari progressi sono il frutto migliore della sapiente arte del compromesso, che è l’arte di guardare non ideologicamente o teoricamente al progresso, ma di realizzarlo sul serio, che poi è il progresso che innumerevoli generazioni di contadini hanno saputo donare all’umanità nel corso di un tempo infinito”.
Fonte news: Aiol
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