Corso Venezia, 51, Milano (MI) - Palazzo Bovara
il 08 febbraio 2019
L’8 febbraio 2019 è il giorno del Buttafuoco Storico - un vino che è “fiore all’occhiello” dell’Oltrepò Pavese - e dei suoi 14 produttori, che approdano al Palazzo Bovara, in Corso Venezia, 51 a Milano per festeggiare il ventitreesimo compleanno del Consorzio Club del Buttafuoco Storico con una giornata di dibattiti e degustazioni dalle ore 10.30 alle ore 17.00
L’evento è patrocinato da Regione Lombardia, ERSAF e Camera di Commercio di Pavia. Ecco il programma dei diversi momenti da non perdere:
La giornata si aprirà al mattino a partire dalle ore 10.30 con un dibatitto, moderato da Gene Gnocchi, intitolato “Il giorno del Buttafuoco Storico: un vino, una storia, un territorio” e al quale parteciperanno Gian Marco Centinaio, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, Fabio Rolfi, Assessore Agricoltura Regione Lombardia, Fiorenzo Detti, Relatore e docente A.I.S., Vito Intini, Presidente O.N.A.V., i giornalisti Marco Gatti e Paolo Massobrio, Marco Maggi, Presidente Club del Buttafuoco Storico. Interverranno anche: Marco Barbieri, Segretario Generale Confcommercio di Milano, Lodi e Monza Brianza, Franco Bosi, Presidente Camera di Commercio di Pavia, Luigi Gatti, Presidente Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Fabiano Giorgi, Presidente Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese, Federico Gordini, Presidente Milano Wine Week, Francesca Panizzari, Sindaco di Canneto Pavese, Alessandro Fede Pellone, Presidente ERSAF. Seguirà una degustazione a porte chiuse.
Dalle ore 15.00 alle 17.00 si continuerà con un banco d’assaggio aperto al pubblico, alla presenza dei produttori, pronti a raccontare a wine lovers e appassionati la loro realtà, fiore all’cchiello dell’Oltrepà Pavese. he, per l’occasione, potrà degustare le 14 etichette, al costo di 10 euro a persona.
In degustazione tutte le vigne del Buttafuoco Storico. In assaggio tutti i vini nati dalle vigne di Buttafuoco Storico: Bricco in Versira, Cà Cagnoni, Canne, Casa Barnaba, Casa del Corno, Costera, Catelotta, Frach, Garlenzo, Montarzolo, Pitturina, Pregana e Sacca del Prete.
Il Buttafuoco Storico è un vino prestigioso, portatore di cultura, ideale ambasciatore dei valori originali dell’Oltrepò Pavese. Morbido, potente e strutturato, caratterizzato da un’eleganza e da una personalità indimenticabili, la sua produzione è volontariamente ristretta, di alta qualità, a filiera chiusa e controllata.
Il Club
Il 7 febbraio del 1996 nasce il Club del Buttafuoco Storico dall’unione di undici giovani viticoltori:
Bruno Barbieri, Davide Brambilla, Giuseppe Calvi, Valter Calvi, Claudio Colombi, Ambrogio Fiamberti, Stefano Magrotti, Franco Pellegrini, Andrea Picchioni, Umberto Quaquarini, Paolo Verdi.
L’intento è quello di collaborare nella ricerca delle caratteristiche storiche, nella selezione delle vigne più vocate, nella produzione controllata e nella promozione del vino Buttafuoco.
Una sfida importante senza incoscienza, ma con il convincimento fondato di poter guerreggiare ad armi pari con i grandi vini italiani e internazionali.
Un’ avventura del tutto nuova per l’Oltrepò: arrivare ad avere il vino della tradizione paradossalmente nuovo, concepito e realizzato con criteri inconsueti per le nostre cantine, dove il parametro più sicuro per la qualità del vino era da sempre la capacità di esplodere in una spuma compatta al solo versarlo. Difficile dunque il solo pensare ad un vino fermo, quieto nella sua austerità, come è difficile convincersi a produrre meno, ad abbattere i grappoli in esubero, e come è ancora più difficile assoggettarsi al giudizio di coloro che soli avranno la facoltà di giudicare la piena rispondenza del vino con le norme del Club, per poterlo presentare come membro degno a tutti gli effetti.
Il 5 marzo del 1996 viene registrato lo statuto, che vincola i soci a produrre il Buttafuoco secondo un rigido regolamento interno.
Il marchio adottato è composto da un ovale, rievocazione della botte tipica dell’Oltrepò Pavese, sostenuto dalla scritta Buttafuoco e dal quale si dipartono due nastri rossi rappresentativi dei due torrenti, il Versa e lo Scuropasso, che delimitano la zona storica di produzione; all’interno la sagoma di un veliero sospinto da vele infuocate a ricordare che nella seconda metà del 1800, la Marina Imperiale austro-ungarica varò una nave dal nome “Buttafuoco”.
La leggenda vuole che il nome sia il ricordo di una battaglia perduta da una compagnia di marinai imperiali, comandati a operazioni di traghettamento sul fiume Po nei pressi di Stradella e successivamente impiegati su queste nostre colline nella guerra contro i franco-piemontesi. Un vino del luogo chiamato Buttafuoco ebbe più successo del fuoco della battaglia nell’ attirare a sè i baldi marinai, i quali, dentro una grande cantina, fecero strage di botti e bottiglie.
La storia del Club
Il Buttafuoco Storico trae le sue origini dal crinale spartiacque fra i torrenti Versa e Scuropasso, nella prima fascia collinare dell’Oltrepò Pavese denominato “Sperone di Stradella“.
E’ nota la vocazione plurimillenaria di questo territorio alla coltivazione della vite ed alla produzione del vino.
Numerosi sono gli autori classici e moderni che trattano la storia vitivinicola di questa zona, legandola alla favorevole posizione geografica che obbligava i condottieri, i pellegrini ed i mercanti ad attraversarla.
E’ proprio il passaggio di queste genti che permise uno sbocco commerciale al vino qui prodotto e arricchì, nel corso dei secoli, di nuove conoscenze la locale viticoltura facendola diventare una delle più importanti d’Italia.
Documenti del 1700 attestano sullo sperone di Stradella la produzione di vini rossi molto forti ad opera di antesignani del Buttafuoco che ben si prestavano ad accompagnare le mense dei nobili e dei monasteri di Pavia e Milano.
Fra il 1700 e il 1800 il poeta dialettale milanese Carlo Porta attribuì il nome Buttafuoco, in dialetto “Butafeug“, ad un vino proveniente dalle colline di Stradella di grande corpo e alcolicità, che quasi bruciava la bocca.
Un altro aneddoto fra storia e leggenda legato al Buttafuoco è il resoconto di un fatto accaduto nel 1859 durante la seconda guerra di indipendenza. Peter Schenk narra che una compagnia di marinai Austriaci impegnata a traghettare le truppe sul fiume Po, al momento di andare in battaglia in terraferma avesse disertato e, invece di nemici, avesse fatto strage di botti e bottiglie di un vino locale chiamato Buttafuoco. Lo scrittore lega questa storia al fatto, invece realmente accaduto, che la marina Austrungarica dopo alcuni anni varò una nave chiamandola “Buttafuoco“.
E’ da questo racconto tra mito e realtà che il 7 febbraio 1996, quando alcuni vignaioli decisero di associarsi per rivalutare questo prestigioso vino, adottarono il veliero come loro simbolo.
La storia del Veliero
La storia del Veliero presente nel Marchio del Consorzio “Club del Buttafuoco Storico” nasce da un aneddoto tra storia e leggenda … il resoconto di un fatto accaduto nel 1859 durante la seconda guerra d’indipendenza nella famosa Battaglia di Montebello nei pressi di Casteggio.
Gli austriaci che combattevano contro i piemontesi erano dislocati nella zona tra Broni e Stradella con sede del quartier generale a Palazzo Isimbardi, sul posto giunsero una quarantina di marinai dell’Imperiale Regia Marina, con il compito di assistere i pontieri nella costruzione e nel traghettamento delle truppe austro-ungariche sul fiume Po’.
Quando la battaglia si fece complicata per le truppe austriache i generali Urban e Julai ordinarono ad un reparto “dell’Imperiale e Regio Equipaggio da ponte della Marina”, 39 uomini comandati da un Guardiamarina, di venire a combattere sulle colline dell’Oltrepò per dare man forte alle truppe.
Secondo Peter Schenk questi marinai si “persero” misteriosamente proprio all’inizio delle operazioni belliche; in un primo momento si pensò che la loro scomparsa fosse causata da uno scontro a fuoco con i piemontesi o con i contrabbandieri numerosi in quella zona di confine, pertanto lo Stato Maggiore austro-ungarico decise di iniziare le ricerche degli scomparsi inviando reparti di Ussari a cavallo nei dintorni di Stradella, i marinai furono ritrovati il giorno dopo sani e salvi ma completamente ubriachi in una cantina sulle cui botti era scritto il nome del “micidiale” vino: BUTTAFUOCO.
Dalla leggenda adesso si passa ad un fatto realmente accaduto… lo scrittore Peter Schenk ci racconta che nel 1872 la Marina Imperiale varò la cannoniera “Erzherzog Albrecht” e che la stessa dopo trent’anni di attività il 31 marzo 1908 venne radiata ; in ricordo di quell’ottimo vino bevuto dai marinai in Oltrepò 60 anni prima fu ribattezzata “Feuerspeier” (in italiano Buttafuoco), la nuova missione della nave fù di essere registrata come pontone per essere utilizzato come alloggio per gli Allievi della Scuola di Artiglieria di Pola.
Nel 1916 con l’incremento della Flotta Sommergibili venne adattato ad Acquartieramento Sommergibilisti dei numerosi U-Boote tedeschi operanti in Adriatico.
Nel 1920 venne consegnato all’Italia che lo portò a Taranto e le diede il nome di “Regia Nave Buttafuoco”, continuando ad utilizzarlo come nave-caserma per alloggiamenti equipaggi sommergibili del IV Gruppo.
In seguito le venne dato la sigla GM64. Nel 1947 era ancora nell’arsenale di Taranto, dove venne infine demolita nel 1955, dopo ben 83 anni dal varo.
Da questo racconto tra mito e realtà che il 7 febbraio 1996, quando alcuni vignaioli decisero di associarsi per rivalutare il prestigioso vino Buttafuoco adottarono una nave nel loro simbolo o meglio il veliero.
Club del Buttafuoco Storico - Aperti su appuntamento da Martedì a Sabato
Piazzetta del Buttafuoco Storico (ex Fr.ne Vigalone 106) - Canneto Pavese (PV)
www.buttafuocostorico.com
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