Piazza XXIV Maggio, 2, Milano (MI) - Ex Casello Daziario Ovest
il 18 ottobre 2018
Sul podio la Divina Commedia in arte moderna: 130.000 lettere del suo testo tradotte in puzzle a colori.
“Anche io, da giovane, ho vinto premi che mi hanno incoraggiato a proseguire - ha ricordato con passione Italo Chiodi, docente dell’Accademia di Brera -. Il Concorso di Carapelli rappresenta un aiuto materiale, utilissimo per gli artisti che acquistano di continuo materiali e strumenti di lavoro. Ma, soprattutto, voglio soffermarmi sul valore della spinta emotiva che questo riconoscimento darà loro”.
“Siamo partiti dall’ideale di bellezza, perfezione, qualità che si traduce in cura del dettaglio, che sono da sempre caratteristiche della produzione olearia della Carapelli Firenze SpA - ha evidenziato Cristina Noferini, marketing manager - . Il 2018 è l’anno in cui celebriamo i 125 anni dalla fondazione e, investire in arte, per un’azienda che affonda le sue radici in Toscana, ci è sembrato quasi naturale. L’arte olearia è stata raccontata con grande maestria da partecipanti che hanno aderito da ben 29 Paesi in tutto il mondo”.
Cosa succederà nel 2019? “Intanto, dopo l’esposizione a Milano, le quattro opere premiate vivranno in casa Carapelli. Stiamo lavorando su un progetto per portarle in tour, anche in spazi non convenzionali - ha anticipato ai giornalisti Cristina Noferini - . Vista l’enorme attenzione che abbiamo ricevuto dall’estero, per il prossimo anno probabilmente ci sarà un’apertura agli artisti del mondo, quest’anno gratificati con menzioni speciali della giuria. Un’azienda storica come Carapelli Firenze SpA ha nel suo dna l’attenzione verso l’espressione attraverso opere d’arte”.
La qualità delle opere partecipanti per la sezione Accademia (in totale 83) di “Carapelli for Art” è stata definita “considerevolmente alta” dal giurato Gabriele Tosi. In particolare, ha destato stupore e grande interesse l’opera d’arte “Divina Colorum” di Alessandro Bozzoli (Milano) che ha vinto il primo premio. Ha tradotto in colori i 130.000 caratteri della Divina Commedia di Dante, producendo una inusuale grammatica cromatica. Il secondo premio è andato all’opera “Ovunque ma non qui” di Cecilia Mentasti (Varese) (Accademia di belle arti di Brera). Si è distinta per il riutilizzo, attualizzato, di una tecnica antica quale l’encausto e cioè pittura realizzata con cera colorata. Con la pittura, ispirata in apparenza dal ‘realismo’ del mezzo fotografico, l’opera “De Pisis” #01” di Davide D’Amelio (Termoli - Campobasso) ha conquistato il terzo premio. Ma cosa serve ai giovani artisti italiani? “Incoraggiamenti ad andare avanti e risorse economiche, visto che da parte del sistema pubblico scarseggiano”, ha ricordato il giurato Matteo Innocenti.
Nella sezione Open, in cui hanno partecipato ben 494 artisti, ha vinto David Casini (Montevarchi - Firenze) l’opera Pratomagno (2018) in cui sono sintetizzate l’artigianalità del fare scultoreo, che interviene per dar forma e decorare il legno d’ulivo, e l’innovazione tecnologica rappresentata dal cristallo di un iPad, dove la foresta toscana si rispecchia. “E’ stato positivo non inserire limiti di età e neanche indicazioni sulle modalità espressive” ha concluso la giurata Federica Boràgina.
Un tripudio di applausi ha accompagnato la consegna dei quattro premi, per un totale di 10.000 euro, agli artisti visibilmente emozionati. All’evento di premiazione ha presenziato Igor Boccardo, head of business unit Italy di Carapelli Firenze SpA.
Per info www.carapelli.it.
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