Non capita spesso di assaggiare undici annate di Barolo. Meno ancora, prodotti dalla stessa azienda. Una carrellata di Barolo di Verduno dal 1971 al 2011. L’evento si è tenuto lo scorso 26 febbraio nella Cantina Bel Colle di Verduno, in occasione del battesimo della Bosio Family Estates. Nuova realtà vitivinicola che raggruppa le tre imprese di famiglia: Bosio Vini e Luca Bosio Vineyards a Santo Stefano Belbo e Bel Colle a Verduno da poco acquisita. Diretta da Valter Bosio e la moglie Rosella, l’azienda Bosio produttrice principalmente di Moscato d’Asti con vigneti nelle migliori posizioni dei comuni più vocati, può ora affiancare al Moscato d’Asti il blasonato Barolo.
Tornando alla verticale di Barolo, in degustazione i migliori millesimi dell’ultimo ventennio e uno, di ben quarantacinque anni fa: 1971, 1996, 1997, 1999, 2000, 2001, 2004, 2006, 2007, 2009, 2001. A fare gli onori di casa e illustrare agli oltre trenta selezionati invitati l’interessante tasting, il giovane e dinamico enologo (patron della Bosio Vineyards) Luca Bosio. Mentre a raccontarne le vendemmie, vinificazioni e le caratteristiche organolettiche non poteva che essere il valente e geniale enologo Paolo Torchio, con cinquant’anni di esperienza sul campo, di cui gli ultimi trenta passati nella Cantina Bel Colle.
Prima di iniziare il tasting, è doveroso sapere che tutti i Barolo in degustazione sono prodotti con i nebbiolo impiantati nella menzione geografica Monvigliero, vertice a Verduno e tra le migliori del comprensorio del Barolo.
1996: nato da un’annata molto buona che gli ha trasmesso struttura e longevità. Ancora granato con orlo aranciato. Intenso, persistente, con sentori di goudron, mandorla e noce secche, spezie e note balsamiche. Ancora fresco e tannico, di buon corpo e persistenza.
1997: un’annata molto buona che ha conferito vini di sensibile armonia e continuità. Granato un po’ scarico ma vivo. Intenso, continuo, ampio e complesso, con sentori di fiori e frutti rossi selvatici essiccati e spezie. Secco e sapido, invitante e di equilibrata struttura e continuità.
1999: ottima annata, ma rivalutato giustamente dopo l’uscita del 1990, considerato eccellente prima ancora che uscisse ma mai compiutamente espresso. Granato-aranciato e limpido. Naso: floreale e fruttato, con note balsamiche e speziate. Asciutto, giustamente tannico, pieno ma snello e continuo. Finezza e armonia le sue qualità.
1990: di buon’annata ma incompiuto. Granato vivo con orlo aranciato. Discretamente intenso e persistente, sufficientemente fine e ampio, con sentori un po’ larghi ed evoluti. Pieno, caldo, tannico ma limitatamente equilibrato.
2001: annata eccellente. Granato scarico ma vivo. Ampio, intenso e continuo al naso, con netti sentori di piccoli frutti rossi selvatici maturi e un po’ essiccati, umori boschivi, cannella e liquirizia. Asciutto, sapido, caldo, giustamente tannico di equilibrata pienezza e persistenza. Quasi maturo ma di buona armonia.
2004: ottima annata. Granato ancora unito. Ampio, intenso e complesso, con netti sentori fruttati e speziati, e di umori boschivi balsamici. Asciutto, ancora fresco, piacevolmente astringente, pieno ma snello, molto continuo. Avercene.
2006: annata molto buona, ma inizialmente ritenuta di minor pregio della successiva. Granato scarico. Al naso è intenso e persistente, ma non ancora al top. Sentori di frutti secchi, fieno di montagna, spezie e boisé. Asciutto, caldo, tannico, di buon corpo e persistenza. Può evolversi ancora.
2007: buona annata. Ha espresso vini di molta armonia e di medio-lungo affinamento. Granato scarico con orlo aranciato. Molto intenso e persistente, fine, con netti profumi floreali (iris appassito) e fruttati (frutti rossi selvatici e buccia d’arancia candita), e sentori balsamici e speziati. Secco ma lievemente morbido, caldo, di equilibrata pienezza, tannicità e persistenza.
2009: annata molto buona. Granato scarico con orlo aranciato. Al naso è abbastanza intenso e persistente, con sentori fruttati, speziati e boisé. Asciutto, sufficientemente fresco e sapido, giustamente tannico, pieno e di media persistenza.
2011: buona annata. Granato intenso e vivo. Molto intenso e persistente, fine, con netti profumi floreali (rosa selvatica appassita) e fruttati (ciliegia durona e prugna nera mature), e sentori di erbe secche balsamiche, liquirizia e boisé. Asciutto, fresco e sapido, caldo, ancora astringente, pieno ma snello, di buona persistenza. Giovane ma già piacevole e invitante.
1971: grande annata. Granato scarico con deciso orlo aranciato. Intenso, persistente, un po’ etereo, con netti sentori di fiori rossi secchi, bacche boschive mature e un po’ avvizzite, erbe montane balsamiche e secche, lieve di cacao amaro, grafite e boisé. Asciutto, appena fresco ma sapido e piacevolmente tannico, caldo, discretamente pieno e persistente. Seppur molto maturo, era ancora molto gradevole da bere.
Terminata l’impegnativa degustazione, la visita nella linda e attrezzata cantina con altri assaggi di vino, accompagnati da squisiti bocconcini e finger food. Non solo. Dopo è seguito un raffinato pranzo realizzato per l’occasione dal grande chef Maurilio Garola, del ristorante stellato La Ciau del Tornavento di Treiso d’Alba, uno dei templi della gastronomia piemontese. Abbinati alle golosità di Maurilio, altri pregiati vini aziendali, tra cui in anteprima, un superbo Barolo Monvigliero 2012, dal brillante futuro, e lo speziato e fruttato Verduno Pelaverga 2015. Un vino cha ha ottenuto la Doc e un sicuro livello qualitativo, per merito dell’enologo Paolo Torchio della Cantina Bel Colle.
Tra gli ospiti, il parlamentare del PD e già assessore regionale all’agricoltura Mino Taricco, il vice ministro alle Politiche Agricole Andrea Olivero, direttori e funzionari del mondo consortile vinicolo, noti produttori e enologi, giornalisti e operatori del settore.
Nella foto di Vittorio Ubertone: l’enologo Paolo Torchio mentre “racconta” i vari Barolo
Virgilio Pronzati, giornalista specializzato in enogastronomia e già docente della stessa materia in diversi Istituti Professionali di Stato...
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