Istituito nell’ormai lontano 1987 da Paul Bocuse e dall’Ente Fiere Sepelcom di Lione, il concorso internazionale “Bocuse d’Or” è oggi la più importante manifestazione gastronomica nel mondo. La finalità del concorso, è di valorizzare sia i più giovani e bravi chef dei cinque continenti per l’arte culinaria, promuovendo un concorso mondiale di gastronomia. La finale europea si svolgerà il 10 e 11 maggio 2016 a Budapest, nell'ambito del Sirha Budapes fiera. In lizza per aggiudicarsi l’ambito trofeo, venti chef di ventiquattro stati europei, vincitori delle rispettive selezioni nazionali. Di questi venti chef, solo undici parteciperanno alla finalissima che si terrà il 24 e 25 gennaio 2017 nell’ambito della Fiera Sirha di Lione. Una vera “olimpiade” della gstronomia, che attira chef e giornalisti specializzati da tutto il mondo.
Chi se lo aggiudicherà, entrerà nel Gotha culinario. Uno straordinario show cooking aperto al pubblico, dove i concorrenti assistiti dai propri commis, realizzeranno dei piatti inediti, mostrando creatività, precisione, tecnica e armonia nonché, grande conoscenza delle basi, ottimizzazione degli ingredienti e costante pulizia nella preparazione. Elementi che la giuria adotterà nella valutazione dei piatti concorrenti. La selezione che designerà il concorrente italiano, si terrà ad Alba nei giorni 31 gennaio e 1° febbraio sul palcoscenico del Teatro Sociale. In lizza ben dodici chef divisi in tre blocchi, si sfideranno a suon di piatti per accedere alla finale di Budapest.
Nell’arco di quattro ore dovranno preparare con la propria brigata, un piatto di pesce e uno di carne, che saranno valutati da due giurie di esperti dirette dal noto chef pluristellato Enrico Crippa. I selezionati della squadra azzurra scelti da Giancarlo Perbellini (Presidente di Bocuse d’Or Italia) e Luigi Cremona, sono Marco Acquaroli di Sarnico, Lorenzo Alessio di Gioia Tauro, Riccardo Bassetti di Laveno, Debora Fantini di Cervia, Francesco Gotti di Bergamo, Daniele Lippi di Roma, Giovanni Lorusso di Bisceglie, Leonardo Marongiu di Desio, il siciliano Giuseppe Raciti, il milanese Andrea Alfieri e di casa, i piemontesi Michelangelo Mammoliti e Stefano Paganini.
I vincitori della quindicesima edizione del concorso Bocuse d'Or 2015: l’oro al norvegese Orjan Johannessen del ristorante Bekkjarvik Gjestgiveri di Austevoll, l’argento allo statunitense Philip Tessier del ristorante The French di Laundry (California) e il bronzo allo svedese Tommy Myllymäki dei ristoranti Sjön, Spira e Julita di Wärdshus.
Paul Bocuse, se non è il più grande, e sicuramente il più noto chef del mondo. Pochi possono affermare di essere figli d’arte. Nato a Collonges-au-Mont, ridente paesino situato alle porte di Lione, da una famiglia di ristoratori. Professione che i Bocuse, hanno esercitato sin dal lontano 1765. Ad iniziare questa attività e dar vita a questa dinastia di cuochi, fu una donna di grande carattere e intuizione che, a chi portava i sacchi di grano al mulino, preparava saporosi piatti. Passati un po’ di anni, chi dette allora maggior prestigio e lustro alla famiglia, fu il padre di Paul, grande chef con una carriera svolta nei più famosi hotel di Francia: l’Hotel de Paris di Montecarlo, l’Impérial di Mentone e il Royal di Evian.
Tornando a Paul Bocuse, già a otto anni aiutava la mamma nella cucina dell’Hotel du Pont di Collonges e, dopo circa sei anni, sognando una grande carriera, spentolava da solo tra i fornelli. Da qui ebbe inizio la sua sfolgorante carriera. Dopo aver lavorato in moltissimi hotel e ristoranti della regione, tra cui un biennio (alla fine della guerra) con Fernand Point, considerato allora il più grande chef esistente al mondo, passa poi, restandoci per anni, al Lucas-Carton dove conosce un altro grande della cucina: Jean Troisgros, dove resta sino al 1954.
Ormai Paul, raggiunta una sicura professionalità, è chiamato a casa dal fratello Georges, per lavorare assieme. Dopo soli 6 anni, arriva la prima stella Michelin. Un ristorante con ottimi piatti, ma con posate inox e tovaglie di carta. Passa un anno e il ristorante è insignito come “Meillur Ouvrier de France”. Ad appena un anno dall’assegnazione della stella Michelin, gli assegnano la seconda. Un trionfo. Ma non solo. Nel 1965, è tra i pochissimi chef emergenti ad ottenere ben la terza stella Michelin che, fatto raro, possiede ancor oggi. Nel 1976 per i suoi meriti culinari, riceve la coccarda della prestigiosa Légion d’honneur: a conferirgliela il Presidente Giscard d’Estaing. Lancia poi la nouvelle cuisine. Altri riconoscimenti e viaggi in tutto il mondo per divulgare la grande cucina. I suoi celebri locali a Collonges, l’Ausberge du Pont e l’Abbaye de Collonges, sono dei templi della gastronomia, visitati da chef e gourmet di tutto il mondo.
Nella foto: I vincitori della scorsa edizione
Virgilio Pronzati, giornalista specializzato in enogastronomia e già docente della stessa materia in diversi Istituti Professionali di Stato...
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