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Vocacibario

I Bolgheri al vaglio della Fisar di Genova

di Virgilio Pronzati

MappaArticolo georeferenziato

Non solo in Francia i grandi vini fanno storia.  L’Italia dei vini vanta un bagaglio storico superiore, ma non c’è la stessa considerazione e cultura.  Siamo sulla buona strada ma ci vuole ancora qualche anno.   La prima denominazione al mondo risale al 1716. A fregiarsene solo alcuni vini toscani come Chianti e Carmignano.  Ci sono voluti circa tre secoli per valorizzare appieno il patrimonio enologico nazionale.  A dare una mano oltre che le leggi che tutelano il contesto vitivinicolo, i mezzi di comunicazione.  Giornali, riviste, filmati televisivi e, più recentemente le guide, hanno veicolato l’immagine dei nostri grandi vini nei vari continenti, in particolare gli Stati Uniti, oggi il maggior Paese consumatore di vino.  Uno dei”fenomeni” nati in quel particolare periodo è senza dubbio il Sassicaia.  Un vino nato in nobile casato, che sin dagli anni Settanta assunse il ruolo di leader nell’alta fascia del mercato nazionale. 

Non solo. Il Sassicaia è stato il primo vino italiano ad affermarsi con successo all’estero, e quasi universalmente, riconosciuto come il capostipite di una nuova famiglia di vini italiani, chiamati Supertuscan. Una tappa importante nell’ascesa di questo vino risale al 1978, quando in una degustazione organizzata dalla rivista inglese Decanter a Londra, una prestigiosa e autorevole giuria ha dichiarato il Sassicaia 1972 il miglior Cabernet Sauvignon tra trentatré vini derivati da ben undici Paesi. Dieci anni dopo, il maggior storico del vino Hugh Johnson, lo definisce il miglior vino italiano. Nello stesso anno il Sassicaia ricevette il premio Vinarius come vino dell’anno.  Prima della Doc era come un Re senza corona.  Oggi i Bolgheri sono considerati come gli omologhi italiani dei Bordeaux.  Ottenuti in parte o totalmente da vitigni originari del Bordelais, possiedono se affinati bouquet, struttura, complessità e persistenza.  Vini che in poco tempo hanno acquisito notorietà e ottimi prezzi. 

Validi motivi che stimolano l’interesse sia degli esperti che dei consumatori.  Da queste premesse, sono nate nelle principale città d’Italia, degustazioni di Bolgheri e, in particolare, di Bolgheri Sassicaia.  L’ultima, ideata e condotta dal giovane e dinamico Delegato provinciale Fisar Mattia Briganti, è stata fatta nello scorso ottobre al Circolo Culturale Il Quadrilatero di Genova gestito dalla sommelier Rosita Guiso, sede cittadina del Club Host Lions e della Delegazione Fisar di Genova. A precedere l’interessante e impegnativa degustazione, l’apprezzata e minuziosa relazione tecnica del dr Riccardo Binda, direttore del Consorzio Tutela Vini di Bolgheri.  Dieci prestigiosi vini del Bolgherese così suddivisi: cinque Bolgheri Doc Rosso del 2013, quattro Bolgheri Doc Superiore del 2011 e un Bolgheri Doc Sassicaia del 2012.  A valutarne i pregi, quarantacinque sommelier di Genova e Provincia. 

I primi cinque vini hanno evidenziato intensa tonalità di colore, bouquet ampio e fine, con netti sentori fruttati, speziati e boisé, buona struttura e persistenza e discreta armonia, per la giovane età e la spiccata trama tannica. I Bolgheri Superiore, anch’essi dall’intenso colore, decisamente più compositi, complessi e fini, ma con diverse note varietali all’olfatto,  complessivamente di ottima struttura e persistenza, di maggiore equilibrio e personalità, dove si staccava un campione per la netta e riconosciuta impronta conferita dal Sangiovese.  L’unico Bolgheri Sassicaia 2012,  pur giovane, si è presentato con una tonalità intensa e viva,  un bouquet più fine e complesso, un corpo snello ma di molta persistenza, con più armonia dei precedenti. Ecco l’elenco dei dieci vini. Bolgheri Doc Rosso 2013: Satta, Zizzolo di Le fornacelle, Il Bruciato di Guado al Tasso, Poggio ai Ginepri di Tenuta Argentiera e Le Macchiole.  Bolgheri Doc Superiore 2011: Millepassi di Donna Olimpia, Guado al Tasso,
Grattamacco e Bolgherese di Tenuta di Vaira. Bolgheri Sassicaia Doc 2012: Tenuta San Guido.  Impeccabile il servizio dei vini effettuato dai validi sommelier Franco Caprile e Luca Muti.  Unica nota stonata, il pagamento delle bottiglie del Bolgheri Le Macchiole, sebbene sul retro della bottiglia c’era indicato Campione non in vendita.

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Il Disciplinare Bolgheri Doc

"Il Consorzio è l'organismo ufficiale riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali come ente per la tutela, la promozione e la valorizzazione dei vini DOC Bolgheri e DOC Bolgheri Sassicaia"

DOC Bolgheri

0-100% Cabernet Sauvignon
- 0-100% Merlot
- 0-100% Cabernet Franc
- 0-50% Syrah
- 0-50% Sangiovese
- 30% complementari (Petit Verdot, etc)
- uve a bacca bianca invece: Vermentino 6,70%, Viognier 0,52 % e Sauvignon Blanc 0,33%.
Massimo 90 q.li/ha.
Il vino può essere commercializzato dopo il 1 settembre successivo alla vendemmia 

DOC Bolgheri Superiore

0-100% Cabernet Sauvignon
- 0-100% Merlot
- 0-100% Cabernet Franc
- 0-50% Syrah
- 0-50% Sangiovese
-  30% complementari (Petit Verdot, etc).

Massimo 80 q.li/ha.
Il vino deve svolgere 2 anni di affinamento dal 1 gennaio successivo alla vendemmia, di cui 1 in legno di rovere. 

DOC Bolgheri Sassicaia

Minimo 80% Cabernet Sauvignon.
Massimo 70 q.li/ha.
Il vino deve svolgere 2 anni di affinamento dal 1 gennaio successivo alla vendemmia, di cui almeno 18 mesi in barriques da 225 litri.      

Bolgheri in cifre

Le Aziende aderenti al Consorzio di Tutela sono attualmente 40. In termini di superficie viticola il Consorzio ha una rappresentatività di circa il 92%. I dati derivano dal censimento generale della superficie viticola completato nel febbraio 2013: risultano 1.205,51 ha impiantati nel comprensorio della DOC. Di questi, 1.108,08 ha risultano intestati a soci del Consorzio e 1.014,36 sono iscritti a DOC, mentre il resto risulta iscritto come IGT Toscana. Facendo riferimento alla superficie vitata iscritta ad albo DOC delle aziende associate al Consorzio, c’è la seguente suddivisione tra le differenti varietà: Cabernet Sauvignon 42,34%, Merlot 25,07%, Cabernet Franc 9,41%, Petit Verdot 6,04%, Syrah 6,93%, Sangiovese 1,82%. Per le uve a bacca bianca invece: Vermentino 6,70%, Viognier 0,52 % e Sauvignon Blanc 0,33 %.

 

Nella foto di Simona Venni: i vini e i sommelier con Matteo Briganti e Riccardo Binda

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Virgilio Pronzati, giornalista specializzato in enogastronomia e già docente della stessa materia in diversi Istituti Professionali di Stato...

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