Come sta andando il mercato legato alle esportazioni per il vino francese? La Cina è davvero sempre più vicina e una nuova Bengodi per chi voglia esportare? Quali politiche si possono mettere in atto per migliorare le esportazioni?
Per rispondere a cinque semplici domande su questi temi ho intervistato via mail Pierre Genest, consigliere delegato della FEVS (Fédération des Exportateurs de Vins et Spiritueux de France) ed ecco il resoconto dell’intervista, fedelmente tradotta dal francese.
Quali sono i mercati più favorevoli per i vini francesi e perchè?
Nel 2013 le esportazioni dei vini francesi sono ammontate a 7,6 miliardi di euro, quasi a livello di quelle del 2012. I primi 10 mercati rappresentano, in valore, il 75% e la loro composizione è rimasta piuttosto stabile nel corso degli anni (Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Belgio, Cina, Giappone, Svizzera, Canada, Hong Kong e Paesi Bassi) con l’eccezione della Cina, come vedremo.
L’Unione Europea rimane comunque il nostro mercato principale per le esportazioni, in quanto:
• essa rappresenta il 47% delle nostre esportazioni totali (Asia: 22% e Nord America 19%)
• cinque dei dieci mercati principali sono proprio in Europa
• il Regno Unito, primo mercato per l’esportazioni da ormai molti anni, vale da solo 1,3 miliardi di euro
A livello di prodotti i punti salienti sono I seguenti:
• Lo Champagne rappresenta il 30% delle nostre esportazioni in valore, mentre il 28% è rappresentato dal Bordeaux
• Il 62% delle esportazioni, come volume, è rappresentato da vini a denominazione o a indicazione geografica
Quale è la vostra opinione sul mercato cinese?
In valore la Cina è stato il trentunesimo mercato per I vini francesi tra oggi e il 2004, il decimo tra oggi e il 2009 e il quinto l’anno passato. Vi è stata dunque una crescita straordinaria per I vini francesi in Cina (+4100% tra il 2004 e il 2013).
Nel 2013 le esportazioni dirette di vino francese verso la Cina sono state di 454 milioni di euro, alla quale va aggiunta una quantità consistente di passaggio da Hong Kong (mercato da 313,5 milioni di euro), Singapore (262 milioni di euro) o dal Regno Unito stesso. La stima complessiva, che è stata effettuata in virtù di questo fatto, porta a una cifra di circa 800 milioni di euro. Va inoltre aggiunto che la Francia, nel 2013, è stato il primo paese fornitore di vino in Cina, sia in volume che in valore.
Non va dimenticato che le politiche varate in Cina dalle autorità locali dal 2013 hanno modificato una parte del mercato. Queste, coniugate a una crescita economica inferiore alle attese e a un certo boicottaggio dei vini europei, ha portato a un calo delle esportazioni dei vini (-15%) nell’avvio del 2014. Questa diminuzione può sembrare importante ma va letta come un impatto delle politiche governative sui prodotti di alta e altissima gamma, oltre che come un ribasso delle scorte esistenti attualmente in Cina.
L’analisi del mercato cinese è comunque in corso di rifacimento a seguito della sparizione di una parte di detto mercato (quella legata alla regalistica di prestigio e ai banchetti). Ci vorrà del tempo sia per noi che per gli esportatori per riorganizzare il loro portafoglio di prodotti e il loro modo di commercializzarli. Per ora, nel medio e nel lungo termine, il mercato cinese rimane uno di quelli avente il maggior potenziale per i vini francesi, perché le condizioni al contorno sono molto interessanti quali una classe media sempre più numerosa, una crescita economica che si presume più stabile, un potere di acquisto generalmente in crescita e un’apertura crescente alla cultura del vino.
Riassumendo, è probabile che nel medio e nel lungo periodo non si possano conoscere gli stessi tassi di crescita avuti tra 2004 e 2013, ma in prospettiva siamo fiduciosi.
Pensate che qualcuna delle “appellation” francesi modificherà qualcosa nella produzione dei propri vini da qui a poco per trovare nuovi mercati?
Domanda alla quale è difficile rispondere perchè vi sono molte variabili in gioco quali:
• Ogni mercato ha le proprie regole e fattori diversi dai quali dipendere
• Sono molti I fattori esogeni in gioco, come, ad esempio, crescita demografica, crescita economica, evoluzione delle singole valute monetarie
• E’ anche una questione di volumi prodotti, per ciò che riguarda ogni singola azienda e ogni singola “appellation”, in grado di rispondere alle domande del mercato e ai prezzi che il consumatore è disposto a spendere
Non va dimenticato che i vini francesi vengono esportati in più di 180 paesi, che il commercio internazionale del vino sta crescendo in virtù dell’apertura crescente di nuovi mercati (vedi Cina, Asia e Africa). Il nostro obiettivo è restare competitivi sul rapporto qualità/prezzo per mantenere in primis le nostre posizioni e sviluppare poi nuove prospettive in Paesi diversi.
Quale può essere l’obiettivo per il vino francese nel presente e nel futuro?
Il mercato internazionale è divenuto molto concorrenziale, e aldilà di mantenere, come detto, un buon rapporto qualità/prezzo, occorre sviluppare anche tutte quelle fasi necessarie alla proposta, quali costruzione di marchi e reti commerciali più forti.
Per arrivarci è indispensabile che gli esportatori si muniscano di una gamma completa di prodotti della piramide di qualità francese
Ci sarà qualche mercato più promettente in futuro sul fronte esportazioni a vostro avviso?
Come detto, l’Asia sembra il mercato più promettente, non solo la Cina ma anche il Giappone, la Corea del Sud, il Vietnam. Attualmente altri mercati suscettibili di interesse sono bloccati per motivi diversi: Birmania (a causa di motive legati alla religione), Tailandia (fiscalità) o India (dazi doganali).
L’Africa, ovviamente, è il mercato con il potenziale decisamente maggiore per il futuro, ma davvero a lungo termine.
Sono nato nel 1967 a Milano e fino a qualche anno fa ho fatto il tecnico informatico: dopo una quindicina d'anni davanti a un monitor ho cominciato...
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