I vignaioli indipendenti italiani lanciano al Ministro De Girolamo la proposta di un ufficio centrale che decida in tema di etichette, per risolvere l’attuale insostenibile situazione di confusione nell’interpretazione delle norme.
In apertura del 2014 i vignaioli indipendenti italiani associati a FIVI lanciano una proposta concreta al Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo: la creazione di un ufficio centrale che abbia autorità decisionale in materia di etichettature. La proposta è stata avanzata a Piacenza, dove a dicembre scorso oltre un terzo degli oltre 750 soci FIVI si è riunito per l’annuale Mercato dei Vini. Un UFFICIO UNICO, gestito a livello centrale/regionale o presso gli enti certificatori, che controlli, verifichi e stabilisca la conformità o non conformità di un’etichetta a quanto stabilito dalle normative, e di conseguenza ne approvi o meno l’utilizzo. Una struttura che crei modelli corretti di etichette, i quali, una volta validati e adottati dai vignaioli, non vengano contestati in alcun dettaglio dagli enti/uffici periferici preposti ai controlli.
In sostanza si chiedono linee chiare e soprattutto l'approvazione in via preventiva, in modo da evitare di stampare migliaia di etichette scoprendo poi che non sono conformi alla legge. La proposta nasce da due, importantissime, considerazioni:
- l’80 % delle sanzioni comminate alle imprese vitivinicole in sede di controlli ha per oggetto le etichette
- le esperienze maturate dagli oltre 750 vignaioli soci FIVI evidenziano come durante i controlli svolti da soggetti diversi, o in regioni diverse, emergano interpretazioni differenti sulla conformità o meno dei vari elementi presenti nelle etichette.
FIVI è assolutamente favorevole ai controlli in quanto garanzia per i consumatori e per i vignaioli stessi, ma CHIEDE CHIAREZZA e LINEE GUIDA UNIVOCHE per permettere alle imprese di agire in modo corretto. Un ufficio che approvi le etichette in via preventiva e al quale facciano riferimento i vari organi controllori, è una struttura fondamentale e necessaria. Strutture simili esistono già in altri paesi, come ad esempio negli USA dove, per quanto riguarda l’importazione di vini, le etichette devono essere tutte preventivamente autorizzate.
Si tratta di problemi con cui quotidianamente i vignaioli si confrontano, questioni che richiedono tempo prezioso, spesso giornate intere per essere anche solo chiarite. Ore di lavoro sottratte alla cura delle vigne e al lavoro in cantina. Sono gli eccessi dell’apparato burocratico che FIVI ha denunciato e per i quali ha proposto soluzioni concrete nel DOSSIER BUROCRAZIA, presentato in tutte le sedi istituzionali preposte in Italia e in Europa. L'obiettivo dei Vignaioli Indipendenti è quello di poter svolgere correttamente il proprio lavoro, senza esser costretti a sprecare energie e soprattutto risorse economiche. Confusione e mancanza di chiarezza hanno un costo che incide pesantemente sul bilancio e impedisce di lavorare.
FIVI - Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
Attualmente sono 750 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 7.500 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. 55 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,5 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 202 milioni di euro. I 7.500 ettari di vigneto sono condotti per il 49 % in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 41 % secondo la viticoltura convenzionale.
Per informazioni:
Web: www.fivi.it
Fonte news: Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti
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